Sir John Whitmore, un grande psicosintetista e “ideatore” dello strumento Coaching.. a ragion veduta, data la centralità della funzione VOLONTA’ nel modello psicosintetico.. evoluto e trasformativo “ante litteram”.
E’ di questa mattina l’articolo di International Coach Federation (ICF): In Memoriam: Sir John Whitmore (1937–2017)
Lo incontrammo in un convegno di psicosintesi qualche anno fa dove teneva un discorso, e nel suo approccio “visionario” riferiva di importanti contatti “superiori” in avvicendamento, per mettere a punto nuove tecniche (e tecnologie) di guarigione… stava parlando naturalmente di un uso non ortodosso dell’energia, umana e solare.
Ricordo la perplessità di molta parte del pubblico… l’eloquio era molto attivante e la storia raccontata, ricca di promesse, ma come per tutte le figure profetiche, tutto poteva rimanere arcano e dar passo a conseguente discredito…
Io ero decisamente all’inizio di una parabola ascendente.. compresi la grande potenzialità di quello che veniva raccontato, non soffermandomi troppo sui limiti costrittivi del linguaggio.
Una mente evoluta – e sintetica – si esprime primariamente per simboli, forme, immagini. E’ la funzione intuitiva di chi ascolta che afferra ciò che viene espresso, elaborandolo a sua volta per sintetizzarlo al livello della coscienza. Ciò che se ne farà è appunto lo svolgimento del compito: portare in manifestazione l’idea, metterla nella forma.
L’urgenza di “guarire” questa umanità è molteplice, e tanto tanto forte… più alta è la richiesta d’aiuto, meno consapevole è la volontà personale di “mettersi in gioco”: è più semplice lamentarsi che agire per attivare il motore interno della trasformazione.
Il dolore come ostacolo, piuttosto che come reale opportunità.
Il coaching, come modello trasformante, ha avuto larga diffusione primariamente nei paesi anglosassoni perché, sotto molti punti di vista, sono stati compiuti in un tempo più breve importanti passi evolutivi a livello di coscienza collettiva e personale.
Raggiunto il Punto di Crisi può esistere la svolta… o la ridiscesa agli inferi.. un ‘o..o’ in questo caso, senza alternative.
Laddove i tempi di una terapia, per tornare ad una situazione di equilibrio, sono invece triplicati.
E’ difficile quindi che a priori potessero convivere individui più evoluti – quelli pronti a condurre un salto quantico nella storia evolutiva terreste – con sofferenza e rimestii di ordine e natura appartenenti al passato. Come in sostanza stiamo ancora vivendo noi, popoli a sud del vecchio continente europeo. E più in generale, quando si allude a tutti i sud del mondo!
Non stupisce inoltre che questo termine – coaching – derivi proprio dall’idea psicosintetica di “allenamento” (ne è l’esatta traduzione inglese).
Quella prassi di cui Roberto Assagioli invitava “ante litteram” ad appropriarsi.. buone pratiche psicologiche e disciplina da applicare a se stessi, per auto-formarsi, e liberarsi dai viluppi illusori che un erroneo modello educativo può causare a livello collettivo. Sistemi di credenze falsati, distorti, di cui l’umanità è vittima da millenni.
Ma tale grandezza, in questa espressione e forma, è arrivata in maniera preponderante prima oltralpe. Innestandosi in quelle coscienze pronte (“liberate”) a seguirne le orme e a sviluppare nuovi tracciati!
Presso di noi invece sono stati sicuramente prediletti altri aspetti del modello psicosintetico.. necessari alla cura, e ad una “lenta degenza”, nel rispetto profondo di un’esigenza collettiva, più che al salto quantico che l’individuo (e/o la massa critica a livello collettivo) sceglie di compiere quando il suo momento (la Chiamata del Sè) sembra essere finalmente arrivato!.
Per cui, grazie Sir Withmore per aver “ricordato” (e aperto) questa strada!
Farsi carico di ascoltare la Chiamata del proprio Sè – a qualsiasi livello – è un grande segnale di Guarigione Cosmica.